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Il circolo vizioso del gioco
Per la maggior parte delle persone il gioco è solo un divertimento, ma per altre può diventare un vero e proprio inferno
La dipendenza da gioco non si crea dalla sera alla mattina: esistono diverse fasi attraverso le quali passa il giocatore prima che il gioco diventi un problema. Quando il gioco non è più un gioco ma una dipendenza, il piacere lascia il posto a una tensione, a una sete di gioco. Il giocatore dipendente combatte il problema con ciò che ha causato il problema stesso: è ingaggiato in un circolo vizioso. Egli continua a giocare nella speranza di rifarsi, cioè di compensare le perdite di denaro provocate dall'eccesso di gioco.
Da ragazzino ero piuttosto timido e facevo fatica a fare amicizia, mi sentivo un po' imbranato. Un giorno, entrando nel bar di un amico ho comprato dei gratta e vinci e ho vinto una somma di denaro consistente. Ho provato una gioia indescrivibile: con quei soldi mi sarei potuto comprare un bel telefono, le scarpe che desideravo. La possibilità di vincere mi faceva sentire più sicuro con gli amici e con le ragazze.
In una prima fase, il piacere del gioco deriva dall'eccitazione e dall'immaginarsi le vincite possibili. Ci si sente forti perché si ha l'impressione di dominare la fortuna. Inoltre il gioco apparentemente favorisce il contatto sociale.
Per vincere e provare ancora quella soddisfazione ho iniziato a giocare sempre di più. Ho iniziato a comprare pacchi interi di gratta e vinci con la certezza che, in questo modo, avrei trovato il biglietto vincente. Mi sono rapidamente ritrovato senza soldi e ho cominciato a chiederli ad amici e parenti, a chiedere prestiti e a usare quel denaro per giocare ancora nella speranza di recuperare le perdite. Nessuno era a conoscenza del mio problema, vivevo di menzogne e l'unica strada che intravedevo, per poter riparare il danno fatto, era quella di continuare a giocare.
In una seconda fase il giocatore inizia ad assumere rischi sempre maggiori, spesso giocando denaro destinato ad altri scopi. Può essere che chieda prestiti per continuare a giocare, arrivando a mentire pur di ottenerli. In questo stadio i giocatori vivono con la fantasia che prima o poi arriverà la grande vincita capace di risistemare tutto.
Ero nervoso e depresso e giocavo per alleviare quella condizione di ansia e depressione causata dal gioco stesso e dalla montagna di problemi che mi aveva causato. Un giorno trovai il coraggio di parlarne con un amico e insieme a lui, in lacrime, andai a raccontare tutto a mia madre. Fu doloroso ma mi sentii immediatamente sollevato, non dovevo più portare quel peso da solo. Adesso è mia madre che gestisce il mio denaro: è lei che tiene il bancomat e la carta di credito.
Sono stato troppo male e ho deciso di iniziare una terapia per uscire dalla dipendenza dal gioco. Non volendo far riferimento ai Sert, ho deciso di iniziare questo percorso di cura online e questo mi fa già sentire molto più fiducioso.
Nella fase della disperazione il giocatore è irrequieto e irritabile, abbattuto e tormentato dai debiti, solo con le sue menzogne. E' in questo momento che può arrivare a rendersi conto che non è più possibile andare avanti in quella direzione e perseguire quella strada che lo porta, in un movimento a spirale, a stare sempre peggio. E' proprio questo il momento in cui il giocatore può decidere di intraprendere una strada nuova: la strada della cura della dipendenza.
I nomi citati nell’articolo non si riferiscono in alcun modo a persone reali, nel rispetto dell’anonimato garantito dal Servizio.