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08-06-2020
Perché si gioca d'azzardo?
Spunti e osservazioni
Perché si è attratti dal gioco d'azzardo? Rifacendomi all'esperienza clinica e alle tante storie che mi sono state raccontate in questi anni di lavoro nel progetto Gambling online therapy, proverò a gettare uno sguardo sulle motivazioni che possono indurre a giocare.
Chi gioca in modo ricreativo e sociale, gioca per lo più per divertirsi, passare un momento piacevole con gli amici, tentare la sorte: si tratta di un modo di svagarsi rischiando, in maniera occasionale, somme di denaro limitate.
Anche chi ha problemi di gioco trova il gioco piacevole e può iniziare a giocare per le stesse ragioni, ma in chi sviluppa problemi di dipendenza dal gioco si riscontrano sempre altre motivazioni che alimentano il comportamento di gioco e diventano preponderanti.
Vediamo le principali:
Chi gioca in modo ricreativo e sociale, gioca per lo più per divertirsi, passare un momento piacevole con gli amici, tentare la sorte: si tratta di un modo di svagarsi rischiando, in maniera occasionale, somme di denaro limitate.
Anche chi ha problemi di gioco trova il gioco piacevole e può iniziare a giocare per le stesse ragioni, ma in chi sviluppa problemi di dipendenza dal gioco si riscontrano sempre altre motivazioni che alimentano il comportamento di gioco e diventano preponderanti.
Vediamo le principali:
- Giocare per recuperare i soldi persi. L'illusione del giocatore è di poter affrontare i problemi economici causati dal gioco attraverso lo stesso strumento che li ha causati.
- Giocare per potersi permettere un tenore di vita più elevato. L'illusione è di poter avere, grazie al gioco, una fonte di guadagno facile.
Paolo spiega che il denaro non gli interessa per sé, ma per poter fare dei regali. Quando vince può permettersi di portare la sua fidanzata al ristorante e può comprarle tutto quello che desidera, può farla felice.
- Giocare per non pensare ai problemi. Di fronte a un problema familiare o lavorativo il gioco diventa un mondo parallelo in cui rifugiarsi per non pensare e per non affrontare le difficoltà.
Carla è disoccupata e dedica la sua vita alla gestione della casa, ai figli e al marito pur sentendosi inadeguata in questo ruolo di madre e casalinga. Le tensioni in casa sono frequenti. Quando resta da sola spesso passa dal tabaccaio e non riesce a fare a meno di giocare.
- Giocare per noia. Il gioco è un modo facile di trascorrere il tempo senza “mettersi in gioco” nella vita vera.
Fausto non ha più avuto una relazione sentimentale, dopo la rottura del rapporto con la sua fidanzata precedente e non ha molte frequentazioni. Quando si annoia va nel bar del paese dove trova qualche conoscente, beve qualcosa, fuma una sigaretta e inizia a giocare.
- Giocare per non sentire le emozioni. Ci sono emozioni che risultano troppo dolorose per essere sentite, il gioco è come infilarsi un paio di cuffie con la musica ad alto volume che attutisce i rumori circostanti.
Giorgio è un professionista affermato. Ha avuto un'infanzia difficile, un padre violento e una madre anaffettiva, ma non prova né rabbia, né dolore. Giorgio ha sempre tutto sotto controllo, tranne in alcuni momenti in cui sente il bisogno di andare a giocare somme di denaro importanti. Non sa dire il perché del suo comportamento.
- Giocare per sentirsi forti, vincenti. Il gioco è una sfida e il giocatore è mosso dall'illusione di poter battere la macchina, essere più furbo degli altri, avere la strategia vincente. Anche di fronte alle perdite, non molla pur sapendo, razionalmente, di impegnarsi in un'impresa impossibile, in una sfida onnipotente, perché il gioco vince sempre.
- Giocare per provare emozioni forti. Nel gioco si può ricercare quello stato di eccitazione che non si riesce a provare nella propria vita quotidiana.
Nel giocatore dipendente, contrariamente al giocatore sociale, il gioco è una scappatoia, un modo per rifugiarsi in un mondo illusorio ed ottenere ciò che si desidera in modo facile e veloce, una fuga dalla vita. E' un'illusione che svanisce in fretta, come una bolla di sapone, e non lascia nulla se non dolore e preoccupazione. La fuga dai problemi non li elimina, ma lascia il giocatore con problemi e difficoltà sempre più grosse, in un circolo vizioso in cui il gioco stesso, con il suo carico di emozioni negative e sensi di colpa, diventa una difficoltà nella difficoltà.
I nomi citati nell’articolo non si riferiscono in alcun modo a persone reali, nel rispetto dell’anonimato garantito dal Servizio.